martedì 21 febbraio 2012

Il Primo Giorno da Professora



Cari lettori,

il ghiaccio è stato rotto e devo ammettere che il lavoro di professora è davvero faticoso, soprattutto quando il pubblico è rappresentato da bambini e adolescenti tra gli 8 e i 12 anni
.

Ho 4 classi, due la mattina e due il pomeriggio, di cui una molto numerosa (sono 14 adolescenti impazziti!!!). Il problema è che non stanno in silenzio nemmeno per un secondo e c'è sempre qualcuno in piedi che scherza e ride, parlano tutti allo stesso tempo e per tutta la durata della lezione, vogliono decidere il corso della lezione ed è difficile seguire il filo per l'insegnante. Tanto che con una classe non sono riuscita a fare quasi nulla di quello che mi ero proposta di fare nel mio class planning. La coordinatrice pedagogica mi ha “tranquillizzata” dicendomi che devo cercare di dribblare e, tra un dribbling e l'altro, portare avanti la lezione programmata. Insomma, una bella sfida per me!!!

In realtà, ho una classe di bambini molto tranquilla, con cui riesco a fare un sacco di cose in una sola ora di lezione. Era il giorno di San Valentino, e ho proposto loro di creare un biglietto personalizzato ritagliando la forma delle manine da un cartoncino colorato, con all'interno la scritta “I love you”. Una delle femminucce, Esthér, alla fine della lezione mi ha dato la sua valentine, con scritto “Para a Teacher Laura”: come mi ha fatto piacere!!! Diciamo che tre classi sono tranquille, solo una mi dà problemi, ma si supereranno.

Al termine delle mie lezioni mi sono rintanata in sala professori per riprendere fiato, stanchissima. Dopo una mezz'ora di pace, la direttrice mi chiama per parlarmi (già temevo il peggio) e mi presenta il papà di Isadora, una mia alunna, che inizia a dire qualche parola in italiano con me. Che significa tutto ciò, ho pensato, poco lucida dopo 4 lezioni coi bambocci. Incredibile ma vero: la figlia è tornata a casa dopo la lezione di inglese, raccontando ai genitori che la professoressa è italiana, ma italiana “vera”, non discendente di italiani, non del Paranà per intenderci. Il papà è corso a scuola per conoscermi e per chiedere alla direttrice di formare una classe di italiano, perché lui studiava a Porto Velho ma poi la professoressa è andata via e non ha mai più avuto la possibilità di studiare italiano. Per farla breve, la direttrice (animatissima!!!) mi ha proposto di formare una classe di italiano il sabato mattina. Sono già tre persone o quattro, quindi credo che per il prossimo semestre, o forse prima se arriva presto il materiale didattico, sarò anche Professora di Italiano!!!

Il Brasile è un paese davvero dinamico...Ormai non ho più dubbi in merito.



Posto qualche foto della scuola...Buona visione a tutti!









 












Arrivederci al prossimo post!

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